a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo
” vajana ” vajani ” vajaneddra”
Il tempo scorre! La nostra memoria tuttavia , torna spesso e volentieri alla nostra infanzia.
” vajana o vajani ” sono due parole del tempo passato !
Difficile ascoltarle oggi.
” vajaneddra ” , invece , si usa ancora oggi.
Andiamo con ordine.
” vajana o vajani ” erano gli scappellotti che davano , in genere , gli adulti ai ragazzi o alle ragazze , che si rendevano responsabili di qualche disobbedienza.
A volte si pronunciavano solo come minaccia, se non si era accondiscendente.
” vajaneddra ” è la fagiolina.
Viene da chiederci: perché, pur avendo la stessa radice, hanno un diverso significato?
Percorso delle parole
” vajana ” deriva dal latino : ” faba Bajana ” ed ha un valore storico ,oltre che gastronomico.
Baia (antica Baiae ) è un comune campano, incluso nei Campi Flegrei.
Era frequentatissimo dai Romani ,che vi costruirono delle splendide ville.
Grazie alle Terme , divenne un luogo molto richiesto dai nobili e possidenti.
Orazio( 65 a.C..8 d.C) lo descrive come :” nulla al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia).
Fin dai tempi dei Romani , il clima mite e la vicinanza al mare hanno reso la produzione delle fave sul territorio una risorsa ed una prelibatezza particolari
Ricordiamo che le fave erano proibite ai Pitagorici ,i quali ritenevano che erano difficili da digerire o che potessero intorpidire la mente.Ce lo ricordano Cicerone e Orazio.
” O quando faba Pytagorae cognata simulque uncta satis pingui ponentur holuscula lardo ?(satira 2,6,63)
Traduzione:
“O quando le fave parenti di Pitagora e unite insieme.con abbastanza grasso vengono adagiate sugli involtini di pancetta ?”( Ride sopra il divieto di Pitagora)
Plinio riteneva che nelle fave albergassero le anime dei morti.
Il termine ” vajana “, creato dai nostri avi , trae origine da ” faba Baia”,cioè ” fava di Baia o fava Baiana”
La loro creatività e la necessità del vivere quotidiano ci lasciano sempre sorpresi!
Considerato che il baccello della fava è piatto lo hanno paragonato alla mano e , di conseguenza , all’atto del colpo sulla guancia o sul corpo.
Es. Si u fa chiru ca ti dicu ,ti piju a vajani”
Dal punto di vista lessicale hanno composto la parola sostituendo ” Baia “in “vaia ” aggiungendovi la finale “na ” che ha la funzione dell’articolo ,dando per acquisita l’idea di “faba”.
Diverso il significato di “vajaneddra” che ci riporta alla fagiolina, ossia piccola fava.
Il processo linguistico è il medesimo.