” U sinni sa pinnata ” ” Gualì e gualièddra”
Sono due locuzioni , tipiche del nostro dialetto , ormai desuete , propostemi dalla dott.Silvana Tassone.
Per quanto riguarda la prima ,cioè ” u sinni sa pinnata”, dobbiamo concentrarci proprio su ” pinnata”.
Credo di potere affermare che la frase intera fa riferimento all’incertezza derivata dalla mancanza di uno scritto , per cui non si riesce ad avere un minimo indizio e non si può sapere alcunchè).
Nel nostro caso,è usata in senso figurato.
E’ il caso di ricordare che le ” penne” erano usate per scrivere, intinte nell’inchiostro.
Felicissimo ed originale accostamento dei nostri avi è anche il riferimento alla evanescenza della ” penna”(meglio da intendere come piuma (latino: pluma = penna) che vola di qua e di là.
Trattandosi di un detto tipicamente popolare era molto incisivo nelle circostanze in cui accadeva qualcosa di strano ( la perdita di un oggetto posseduto,la fuga di qualche animale domestico,ecc ).
Si indagava con continuità , ma non si riusciva a venirne a capo.
“Gualì e gualieddra”.
Non c’è un riferimento etimologico.
È ,certamente , una simpatica creazione linguistica dei nostri avi , molto sonora ed accattivante.
Si usava nel gioco dei bambini , dediti al divertimento.
Si asscoltava anche quando ci si augurava di realizzare qualcosa di importante.
Se analizziamo le parole , non possiamo fare a meno di notare la dolcezza delle sillabe iniziali, che emanano spensieratezza e libertà.
Un piccolo capolavoro!
a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo