a cura del Prof Franco Delfino Cosimo
” tiampu ” “tempiu”
Che cosa hanno in comune queste parole nel nostro dialetto?
Es.quantu tiampu ci vò ppi arrivari aru tempiu i Capocolonna?
Nella frase interrogativa esiste una stretta parentela etimologica e concettuale fra le due parole , anche se non risulta evidente a prima vista.
Entrambi i termini derivano dal verbo greco : “temno “( io divido , separo).
Percorso delle parole
” u tiampu ” vale propriamente: ” divisione della durata” e quindi ” momento, istante”
Per esprimere una divisione , una delimitazione del corso della vita , i nostri avi hanno richiamato esattamente il significato greco.
La giornata viene divisa in ore , così come il mese in giorni e l’anno in mesi.
A questo punto ci chiediamo : ma
” u tempiu ” che c’entra ?
La risposta la troviamo ripercorrendo la storia e la mitologia.
Con ” templum “, diventato “tempiu “, in origine, si indicò il ” sacro recinto “, lo spazio , cioè , tracciato in aria dal bastone dell’augure, come campo di osservazione in vista degli auspici.
In questo spazio limitato ,diviso virtualmente , il sacerdote osservava le stelle per interpretare i segni
celesti e il volere degli dei.
Dal ” templo ” , diventato così uno spazio, osservava gli astri.
” u tiampu ” e ” u tempiu” sono , dunque , concetti simili che i nostri progenitori ci
hanno tramandato , grazie anche alla loro capacità sul piano logico.
Infatti i concetti di tempo e di spazio sono analoghi e intercambiabili anche nel nostro dialetto.