Dom. Nov 24th, 2024
 a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo


" scoscinare " "scoscinatu "

Continuiamo il nostro viaggio alla ricerca delle nostre parole, che rischiano di scomparire. 
Non possiamo permettercelo!
Spesso abbiamo ascoltato qualcuno dire : " povaru ciucciu , mo si scoscina ".
Erano gli anni in cui l'asino, paziente compagno dei contadini, veniva appesantito da un carico eccessivo.  
Procedeva lentamente, sia sotto la calura estiva, sia durante i rigori dell'inverno, trasportando ogni risorsa utile per approvvigionare l'umile famiglia. 
Il padrone lo precedeva ,tirandolo a breve distanza.
Altre volte, capitava di ascoltare una mamma, che era costretta a porre sulle spalle di un giovane figlio un sacchetto di derrate alimentari , raccomandandogli " mera  pi nu ti scoscini".
ia in un caso, che nell'altro, la nostra parola assume il significato di " incurvarti, piegarti sulle ginocchia, fino a far cadere tutto il peso "

Percorso della parola
Dobbiamo partire dal latino:"coxa" (coscia ), derivante a sua volta dalla radice "kak " col significato di : " legare, curvare ".
Osserviamo, però, che anche in greco  "kochòne " è la parte del corpo che s 'incurva, cioè il tratto posteriore dall'anca all'ano.   
Un felicissimo intreccio , fra il latino e il greco , ha prodotto nel linguaggio dei nostri avi la parola   "scoscinare "
La " s " iniziale, prima di "coscia", assegna al nome un valore privativo, cioè un'idea di mancanza.
Da " coscia" , parte del nostro corpo , compresa fra l'anca e il ginocchio , i nostri progenitori hanno pensato bene di riferire il concetto alla schiena ,che mal sopporta un carico eccessivo.
" scoscinatu " è, perciò, colui che è provato dall'eccessivo sforzo che qualcuno deve affrontare.
Ancor più se si tratta di un fardello pesante sulle spalle .
È " scoscinatu " o " scoscinata" anche la persona che si dedica
ad un lavoro che non sopporta più di un certo limite.
Si indica colui che partecipa ad un incontro sportivo ,fino a perdere le forze.
O  qualcuno che cammina in maniera disarmonica.
Torniamo al concetto di privazione della "  coscia " quando ci rechiamo dal macellaio per ordinargli di staccare le cosce da un animale .
In questo caso usiamo il verbo  " scosciare " che ,in lingua italiana, è da riferire anche alla danza o alla ginnastica.
Nell'abbigliamento femminile pensiamo ad abiti audaci ,con spacchi vertiginosi o minigonne inguinali.
Credo che possiamo affermare che la ricchezza di significato del nostro dialetto superi la lingua nazionale , sia per la formazione etimologica , sia per il molteplice uso in più ambiti della vita vissuta!
La nostra parola è più  intensa e correla concettualmente parti anatomiche diverse.

Di quellinatiaroccadineto

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