Dom. Nov 24th, 2024
a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo

" quatrariaddhri" lo siamo stati tutti. Ciascuno di noi ha avuto a cuore questa parola, simbolo della nostra prima infanzia.
Tuttavia, forse, non abbiamo saputo identificare l'età di riferimento, tanto era ed è diffusa .
Ciò,sopratutto, per il suo significato, largamente generico.
Percorso della parola
Per accostarci alla sua origine dobbiamo ripercorrere la storia.
Per i Romani il numero “quattro” ( quattuor ) è uno dei numerali cardinali, utili come gli altri , per la contabilità in varie circostanze.
Nella Genesi è il quarto giorno della creazione in cui Dio crea il sole, la luna e le stelle e con loro il giorno e la notte.
Al numero "quattro “, nei secoli, si attribuisce un significato particolare.
Esempio: 4 sono i Vangeli, 4 gli elementi fondamentali della vita (fuoco, terra, aria, acqua), 4 i punti cardinali.
Nel VI secolo a.C., per Pitagora ed i pitagorici, il " quattro " è il simbolo della giustizia.
Nel Medioevo è considerato un numero fondamentale e risolutore di molti problemi.
Nella Divina Commedia lo troviamo nel IV canto dell'Inferno;
nel Purgatorio (CANTO XIX), i quattro animali rappresentano gli Evangeli; le quattro donne nel Purgatorio ( sempre nel canto XXIX ), sono le quattro virtù cardinali ( Giustizia , Fortezza, Temperanza e Prudenza ).
Nei successivi secoli la simbologia del numero " quattro " è stata ricca di significati.
Ha rappresentato la presenza degli Angeli, il possesso di virtù come la purezza e la stabilità dei sentimenti, l'emblema dell'amore e della forza interiore.
Quest'abbondante tradizione non poteva non giungere alle coscienze dei nostri predecessori, i quali hanno pensato bene di creare un bellissimo appellativo per indicare il bimbo dai 4 anni fino a 6 o 7.
Dai 7 anni in poi sono ricorsi al napoletano "guagliuni ".
Come siamo arrivati ,dunque ,a "quatrariaddhru"?
Dal punto di vista linguistico, in "quattuor " si è verificata una "metatesi ", cioè un fenomeno linguistico, che consiste nell'inserire due suoni all'interno della stessa parola, invertendo il posto.
Il " quattuor " è diventato " quatra “. L'aggiunta del suffisso " riaddhru" è usato spesso da noi come vezzeggiativo. Ricordiamo "ciucciariaddhru" o "gattariaddhru".
" quatrariaddhru", perciò, è un bimbo, non ancora ragazzo, pieno di tante virtù, portatore di serenità, sincerità e bontà.
Le sequenze linguistiche, create dai nostri avi, dimostrano che le parole del nostro dialetto hanno un ricco valore qualitativo!
In questo caso, alla sacralità di un numero, hanno saputo accostare originalità concettuale e bravura linguistica.

Di quellinatiaroccadineto

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