Dom. Nov 24th, 2024
LA VIGILIA DI NATALE IN CALABRIA
In diverse zone della Calabria, la sera della vigilia di Natale, la tavola si lasciava apparecchiata con le pietanza ancora nei piatti, in attesa che sopraggiungesse a mangiare u mimminuzzo (Gesù bambino). A Rocca di Neto, si lasciava la tavola apparecchiata con tredici portate diverse e un bicchiere di vino, la mattina di Natale si riassaggiava il tutto, convinti così, di aver ricevuto la benedizione. Il pranzo di Natale invece era a base essenzialmente di carne, si mangiava la tradizionale pasta al forno preparata con uova, salsiccia, soppressata e polpettine di carne, capretto o agnello accompagnati da patate, legumi e ortaggi vari, carne di maiale arrostita o conservata. Nei paesi grecofoni del reggino, le famiglie povere che non disponevano di carne per il giorno di Natale, piazzavano nei campi o sugli alberi delle trappole per la cattura di uccelli, ghiri e topi di campagna. Sempre in queste zone della Calabria, era tradizione regalare pesce essiccato, pasta, carne di capretto e cavoli. In Calabria per solennizzare il Natale o semplici occasioni conviviali, era tradizione la frittura di patate nell’impasto, o sarde sottosale, più raramente tonno o baccalà. Conosciute in base al territorio come crispelle o grispelle o crustuli o pitte fritte (centro Calabria) o zzippuli (bassa Calabria) o ancora cudduriaddhi (alta Calabria). Queste tipiche frittelle potevano essere anche dolci, cosparse di zucchero o miele.
La tradizione antica voleva che il primo pezzo di pasta di pane doveva essere riposto nell’olio bollente dell’uomo di casa, non prima però di segnarlo con un immaginaria croce cristiana, proprio come a voler rivolgere un ringraziamento profondo a Dio per aver benedetto il giorno dello stare insieme e concesso quella tanto attesa prelibatezza per il palato. Un’altra tradizione voleva che la prima frittella fosse data in pasto al cane di casa o al primo randagio che si trovava a passare. A Carlopoli, nella Sila catanzarese, ed in molti centri del cosentino, si dava alla prima frittella la forma di un piccolo pupazzo che simboleggiava Gesù bambino, dal risultato che si otteneva si poteva trarre presagio circa la sorte dell’intera famiglia nel corso del nuovo anno.

Di quellinatiaroccadineto

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