Dom. Nov 24th, 2024
Filomena Squillace, nasce a Torino e cresciuta a Rocca di Neto, è la prima di quattro sorelle, figlia di Salvatore Squillace e Angela Venturino. 
La sua passione per la moda nasce da bambina, a circa 9 anni, all’insaputa della sua mamma si mise a scucire una giacca per creare  dei vestitini alla sua barbie, fantasticando e immaginando il prossimo che le avrebbe confezionato, aveva già ben chiaro cosa avrebbe voluto fare da grande .
Non è stato un percorso facile, ma è riuscita a raggiungere alcuni obiettivi grazie alla sua caparbietà, coraggio e perseveranza .
A 23 anni si è iscritta all’istituto professionale tecnico moda e abbigliamento di Crotone, dove ha avuto molte soddisfazioni e ben 2 riconoscimenti come migliore studentessa dell’anno.
Rocca di Neto cominciava a starle stretta soprattutto dopo svariati tentativi occupazionali andati male, così appena le si è presentata l’occasione, nel 2000 prese il suo primo treno diretto a Verona dove tuttora vive.
Ha lavorato per circa 10 anni in una azienda di abbigliamento, la Legrenzi fashion, come modellista abbigliamento donna programmato con il sistema Cad, realizzava il progetto o cartamodello al computer, imparando tutto quello che c’era da sapere.
A fine 2009, nell’azienda ci furono tagli drastici del personale, la crisi economica avanzava prepotentemente, rimase senza lavoro e decise di fare la mamma a tempo pieno per qualche tempo, scelta che l’ha penalizzata nel ritornare a lavorare in una azienda.
Con molta tenacia, si è reinventata mettendo semplicemente in pratica quello che aveva appreso anche in famiglia, l’arte di arrangiarsi, e in questo noi meridionali siamo il top! Ha cominciato a trasformare, rinnovare capi in disuso dandogli una seconda vita, ha cominciato pian piano a stringere piccole collaborazioni, ha lavorato per alcuni mesi in un laboratorio artigianale che realizzava fiori per l’alta moda, per firme come MaxMara, Armani, Giuseppe Zanotti e tanti altri, ha realizzato 3 sfilate, frequentato corsi interessantissimi, tra cui uno sulle tecnologie digitali tessili e l’altro di modellistica in 3D, per lei è importante aggiornarsi per essere al passo con i tempi  ma nello stesso tempo mantenendo e preservando le tradizioni come quello del ricamo, un arte questa che ha imparato a Rocca con suor Ermenegilda insieme alle sue storiche assistenti Rita e Raffaella che tutte le ragazze della sua generazione conoscono benissimo.
Il suo sogno più grande era quello di realizzare a Rocca di Neto un grande laboratorio artigianale di ricamo e dell’abbigliamento all’accessorio, che avrebbe dato occupazione a molte ragazze, resterà solo un sogno ma mai dire mai .
Da Settembre 2021 è docente di un’alta sartoria in un Istituto di moda a Verona, è felicissima soprattutto perché il suo caro papà gli diceva fin da piccola che gli sarebbe piaciuto che diventasse un’insegnante e ora che lo è, papà Salvatore da lassù sarà sicuramente orgoglioso.
Nonostante siano trascorsi molti anni sente sempre viva la mancanza della sua Rocca di Neto, della gente, dei rumori, degli odori, delle facce sorridenti e del dialetto, penso che questo alto senso di appartenenza alla propria terra non si spezzerà mai e credo  che molti altri come Filomena provino lo stesso sentimento perché hanno dovuto decidere di andar via dalle proprie origini.







        
        

Di quellinatiaroccadineto

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