Dom. Nov 24th, 2024

a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo

 " cuddhrura "
       
E'un pane, di forma circolare , aperto all’interno. Una ciambella 
di consistente dimensione.
    
Scrivere in dialetto non risulta sempre facile , poiché questo 
linguaggio è stato tramandato oralmente.
    
La parola che ci accingiamo ad incontrare ha un suono 
particolare,che è proprio del nostro dialetto.
     
I dialetti calabresi rispecchiano la divisione linguistica della 
Calabria: Calabria latina (settentrionale),Calabria greca (meridionale).
   
 È molto interessante scoprire che la parola ha origine  sia greca che latina.
    
Infatti , in greco si dice " kollura", in latino "cunnura ".
 
Il significato è sempre identico,cioè un pane di forma circolare.
    
Sia dal latino che dal greco , si è avuta una sincope (taglio) nel 
corpo della parola,dando luogo ad una epentesi (aggiunzione interna);
sono fenomeni che si riscontrano in entrambe le lingue.
    
Siamo così pervenuti a "cuddhrura ".
    
Cerchiamo ora di addentrarci più specificatamente nella storia della parola.
    
L'etimo latino "cunnura "deriva dalla forma di un pane che aveva 
la forma dell'organo genitale femminile.
    
L'etimo greco ,oltre che da "kollura" potrebbe derivare anche dal 
verbo "kuneo "(accento sulla "e") che significa : "io bacio ".
    
Dal verbo,attraverso una molteplice varietà ed aggiunta di suoni  
(spesso si verificano contaminazioni ), si sarebbe formata la 
struttura della parola stessa.
    
La storia della produzione del pane ci spiega come, nei secoli , il 
cibo abbia costituito la base della vita.
    
In Grecia l'orzo,il frumento ,il pane erano sacri a Demetra ,divinità 
della vita e del femminino.
    
A Roma la "cunnura "era dedicata 
parimenti a lei ,dea dell'agricoltura e della fertilità. 
    
Plinio il Vecchio ,che morì nel 79 d.c., per asfissia , in seguito alle 
polveri dell'eruzione del Vesuvio,ci dice che i Romani, 
originariamente, si cibano di zuppe di cereali selvatici.
Il pane fa la sua comparsa piuttosto tardi, forse nel secondo secolo a.C.
    
A Pompei si possono ammirare
sia i  forni,collocati all'interno di alcune case ,sia le macine per la farina.
    
Esistevano vari tipi di pane e di varie forme.
Il "siliginacus",destinato alle mense dei ricchi; il 
"cibarius",destinato alle mense della popolazione medio-alta e il 
"rusticus " per i plebei.
    
Il "panis furfureus "era destinato ai cani.
     
Prima di essere infornato ,
veniva segnato con 4 linee che si intersecavano, per essere cotto 
uniformemente e diviso in 8 porzioni , facilmente divisibili.
    
Non possiamo non ricordare il pane nel Cristianesimo.
I Vangeli lo menzionano spesso ed assume un significato fisico ed 
altamente eucaristico.
   
Nel "Pater noster "ha una connotazione  centrale e rappresenta la 
fiaccola della carità.
  
Il pane è presente nella poesia e nella prosa latina e italiana.

Ricordiamo Virgilio, nell'Eneide, che tende la mano a colui che 
"porta il pane per i suoi figli".
    
Tacito negli "Annali " sottolinea il pericolo che il pane non diventi 
"oggetto di dipendenza e di schiavitù "
    
Dante Alighieri, parlando del suo esilio,ricorda come sia gravoso
 peregrinare da una corte all'altra e "come sa di sale lo pane altrui ".
    
Petrarca afferma che "il pane e l'acqua sono più importanti 
di tutte le pietre preziose".

Il Manzoni  nei "Promessi Sposi" descrive la rivolta di chi è  
sprovvisto di pane ,sottolineandone la necessità. 

Nei drammi greci ( Euripide ,Eschilo,Aristofane) il pane ha un 
significato rilevante.
 
I riferimenti potrebbero continuare a lungo.
In questa nostra analisi mi piace tornare al verbo "kuneo" ( bacio).
   
Ricordo fin da bambino che prima di infornare il pane, le nostre 
massaie facevano un segno di croce sulle varie forme del pane e, 
prima di collocarle nel forno , le baciavano con commozione ed orgoglio.
  
Ricordo ancora che , ogni volta che cadeva per terra un pezzo di 
pane, gli adulti ci invitavano a prenderlo e baciarlo.
    
Era ed è la sacralità del pane a farmi propendere che,
in definitiva,la variante della parola più  attendibile sia proprio quella 
derivata dal verbo greco.
     
Doveroso rispetto ed elogio va dato ai nostri avi,
che ci hanno consegnato un patrimonio linguistico inestimabile , che non 
possiamo disperdere.

Di quellinatiaroccadineto

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