La tradizione popolare di Rocca di Neto vuole che la costruzione della chiesetta di S. Filomena sia da attribuire alla devozione di un membro della famiglia Marrajeni, il quale avendo ottenuto “una grazia” la fece edificare in onore della Santa.Si narra che nel lontano 1847 un gruppo di briganti nascosti nei boschi di Rosaniti rapì un membro della famiglia Marrajeni. Uno dei briganti ebbe l’incarico di sorvegliare il rapito durante tutto il tempo che l’intera compagnia si fosse assentata per eventuali scorrerie. Un giorno questo brigante si lasciò vincere dal sonno, allora Andrea Marrajeni decise di darsi alla fuga e per assicurarsi di non essere inseguito tolse il pugnale dalla cintola del suo aguzzino e gli vibrò un colpo al cuore. Ma il brigante si alzò subito in piedi con gli occhi lampeggianti di furore. Il pugnale non lo aveva ferito, perché il colpo era caduto su di un medaglione della Madonna del Carmine, che proteggeva sotto gli indumenti il cuore del bandito. Colmo di rabbia il brigante decise di vendicarsi uccidendolo in modo atroce; gli legò mani e piedi e uscendo fuori dalla capanna le diede fuoco. Il povero Marrajeni, spaventato a morte, non fece alcuna resistenza; raccomandò la sua anima a S. Filomena, di cui aveva una particolare devozione, e promise di costruirle una chiesa se avesse operato il miracolo di liberarlo da quella morte orribile. In quell’istante un’inaspettata coincidenza di cose fu effettivamente come il verificarsi di un miracolo, infatti sopraggiunti gli altri briganti, nel sentire come si era svolto l’incidente, giudicarono colpevole il loro compagno, il quale lasciatosi sorprendere dal sonno, aveva dimostrato di essere un elemento vile e poco fidato.Allora il Marrajeni fu messo in libertà ed il brigante fu ucciso dai compagni per non aver saputo mantenere la consegna.Prima il terremoto del 1832, poi la morte, impedirono il rispetto del voto fatto (da Andrea). così dal 1840 al 1845 il figlio Pasquale realizzo’ la nostra splendida chiesetta di Santa Filomena.