Dom. Nov 24th, 2024

a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo.

" chianca " o " jhianca "Affermiamo costantemente che il dialetto 
è la nostra identità, il segno esclusivo che ci fa dire, con orgoglio, 
che apparteniamo ad un particolare luogo.La parola "jhianca ", che 
analizziamo, ha il significato di "macelleria ".Pronunciando le due 
parole, ci rendiamo conto che sono etimologicamente molto distanti.
Allora come siamo arrivati a "jhianca " o " chianca "?Percorso della 
parola Plinio il Vecchio, autore della "Storia Naturale " ci ricorda che 
i Romani erano vissuti a lungo perché mangiavano il "pulo", specie di 
polenta di farro, che era accompagnato da carne.Il diffuso consumo 
della carne viene introdotto a Roma quando subentra l'urbanizzazione.
Siamo nel II secolo a.C.Abitando in città, la sostituiscono ai vegetali, 
poiché gli orti vengono coltivati lontano dall'abitato.La più utilizzata 
è quella di suino, non solo perché "non si buttava niente", ma perché 
buone parti venivano salate e vendute conservate.Il bue , invece, 
inizialmente non è utilizzato per gastronomia, ma per lavoro dei campi.
E' ritenuto sacro." chianca " o " jhianca " deriva dal latino " planca " che 
ha il significato di “ tavola, asse di legno ".Da "chianca " è derivato 
"chianchiere" (macellaio ).Il macello, dal latino "macellum" a Roma era 
un grande mercato dove si vendeva di tutto.La macelleria era chiamata 
"taberna laniena ".Il banco di vendita dava sulla strada, mentre sul soppalco 
abitava il proprietario che provvedeva a stoccare la merce.Il macellaio, così 
come lo conosciamo, si chiamava "lanius" derivato dallo stesso verbo latino
 " laniare " o fare a pezzi.Dallo stesso verbo è scaturito, in Italiano "dilaniare ".
I segni più significativi che documentano la presenza di un macellaio ( lanius) 
sono degli steli che si trovano nel Museo civico di Bologna.Caratteristico della 
"jhianca ", per sezionare la carne, era un bancone di legno ben levigato e molto 
resistente ( planca).Solo negli anni venti sono comparsi i banconi di marmo.
Da quanto esposto, dobbiamo sottolineare che la parola è stata originata dalla
 bella intuizione dei nostri avi, i quali senza, peraltro, conoscere i processi fonetici,
 hanno creato un capolavoro etimologico, avendo come base l'origine latina.
Hanno, infatti, formato la stessa sostituendo il gruppo sillabico "pla", con il 
gruppo "chia ", lasciando invariato il resto.Hanno ripetuto la stessa dizionenella 
parola "piano ", (latino planus )che è diventata "chianu" col doppio significato
 dialettale di "luogo pianeggiante " e "lento nel camminare".I grammatici chiamano 
questo processo :" translitterazione" che è la trascrizione di un testo diverso 
dall'originale (in genere b-v).Possiamo concludere con un rinnovato encomio 
ai nostri predecessori, il cui linguaggio è per noi motivo di rinnovata stima.

Di quellinatiaroccadineto

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Un pensiero su “” chianca ” o ” jhianca “”

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