” berrìattu ” “sbarrettàri “
Con questi vocaboli si designano il copricapo , usato dai nostri avi e la conseguente azione che si haquando si è costretti a toglierlo.
Certamente sia i Greci , sia i Romani per ripararsi dalla pioggia e dal freddo, sopratutto gli uomini, avvertivano la necessità di coprirsi il capo.
I Greci usavano un capuccio rotondo di pelle di capra ( cunè) o a forma di cono fatto di feltro (pìlos).
I Romani portavano un cappuccio detto ” cucullus ” o un berretto di lana ,chiamato ” pilos”, attinto dai Greci.
Il nostro termine ” berrìattu” deriva dal latino medievale, ” birètum “. Infatti nel basso Medioevo , in molte scritture o raffigurazioni , ne troviamo di vari tipi.
Ve n’ erano di quelli che coprivano solo una piccola parte della testa e di quelli che scendevano fino alle orecchie.
Percorso delle nostre parole.
Dal Medioevo in poi la parola ” birètum” ha resistito per più secoli .
I nostri avi l’hanno trasformata in ” barrìattu ” dando un significato non solo idoneo all’uso per coprirsi la testa , ma anche come oggetto di prestigio.
Portare il berretto in testa significava agiatezza.
Lo si teneva in testa quasi sempre d’inverno e lo si toglieva per saluto e rispetto a persone amiche o di riguardo.
Poiché i Romani intervenivano nelle cerimonie religiose sempre a capo scoperto , sotto l’influsso dell’uso cattolico, anche in Chiesa permane l’uso di scoprirsi il capo .
” sbarrettari ” è un vero capolavoro linguistico !
Si diceva , e si dice tuttora , per indicare l’atto di rabbia che si subiva per cui ci si levava il ” barriattu “.
Infatti il prefisso ” s ” conferisce l’idea di qualcosa che denota un senso negativo.
Ricordiamo : ” sbilanciatu”
Capitava a volte di vedere qualcuno che, preso da rabbia ,si levava il ” barriattu” e lo dimenava per aria.
Impossibile trovare in lingua italiana una parola corrispondente così intensa di significato !