a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo
” assecutàri “
Modi di dire :
” assècuta si cani ” ( manda via questi cani)
“t ‘assìacutu finu a ra casa tua “( ti seguo rincorrendoti fino a casa tua).
La parola stenta ad essere usata ; la ritroviamo solo nel linguaggio di alcuni cinquantenni in su.
Eppure è molto significativa e si
presterebbe ad esprimere concetti molto intensi e compiuti.
Com’è arrivata fino a noi?
Grazie all”influenza culturale e linguistica di Roma su tutto il territorio italiano.
In particolar modo , dall’evoluzione del latino parlato nacquero i dialetti neolatini.
” assecutàri ” deriva dal latino ” ad sequor” divenuto poi ” assequor “.
Significa ” correre dietro ” ” raggiungere”.
Terenzio , nella Commedia ” Formione” usa ” assèquere et rètine” col significato di “raggiungilo e tienilo stretto”.
Livio , col significato di “.raggiungere”, la usa riferita al linguaggio militare.
Nel nostro dialetto , il concetto di “assecutàri” è stato intensamente usato per indicare qualcuno che doveva adoperarsi per allontanare una persona o un animale molto indesiderati.
Non c”era , per i nostri avi , il concetto del raggiungimento.
Ma hanno saputo ben arricchire il nostro
dialetto , appropriandogli il significato essenziale del latino che è quello di :” seguire verso “.
Ciò è magnificamente evidenziato dal prefisso ” ad”(diventato poi “as : per assimilazione)che indica proprio l’ azione verso o contro cui andare.
Una parola dotta!