Lun. Nov 25th, 2024
2 NOVENBRE - COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
“Giorno dei morti... giorno riservato nella Chiesa Cattolica Romana alla commemorazione 
dei fedeli defunti. La celebrazione si basa sulla dottrina che le anime dei fedeli che alla morte 
non si sono purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato le colpe passate, non possano 
raggiungere la Visione Beatifica, e che possano essere aiutate a conseguirla mediante la preghiera e il sacrificio della messa.... Alcune credenze popolari relative al Giorno dei morti sono di origine 
pagana. Così i contadini di molti paesi cattolici credono che quella notte i morti tornino nelle loro
case precedenti e si cibino degli alimenti dei "vivi". (Vol. I, p. 709.)
L'idea di commemorare i defunti in suffragio nasce su ispirazione di un rito bizantino che celebrava infatti tutti i morti, il sabato prima della domenica di Sessagesima, all'incirca in un periodo compreso tra la fine di gennaio e il mese di febbraio. 
Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all'abate benedettino sant'Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense si stabilì infatti che le campane dell'abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1º novembre per celebrare i defunti, e il giorno dopo l'eucaristia sarebbe stata offerta pro requie omnium defunctorum; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa cattolica. Ufficialmente la festività, chiamata originariamente Anniversarium Omnium Animarum, appare per la prima volta nell'Ordo Romanus del XIV secolo.

Tradizioni
In molte località italiane è diffusa l'usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati dolci dei morti, per celebrare la giornata.
In Sicilia durante la notte di Ognissanti la credenza vuole che i defunti della famiglia lascino dei regali per i bambini insieme alla frutta di Martorana, ai pupi di zucchero (statue realizzate in zucchero, rappresentanti in origine dame e cavalieri della Storia dei Paladini di Francia o personaggi tipici siciliani ed oggi anche cartoni animati) e ad altri dolci caratteristici detti ossa dei morti.
Nella provincia di Massa Carrara la giornata è l'occasione del bèn d'i morti, con il quale in origine gli estinti lasciavano in eredità alla famiglia l'onore di distribuire cibo ai più bisognosi, mentre chi possedeva una cantina offriva a ognuno un bicchiere di vino; ai bambini inoltre veniva messa al collo la sfilza, una collana fatta di mele e castagne bollite.
Nella zona del monte Argentario era tradizione cucire delle grandi tasche sulla parte anteriore dei vestiti dei bambini orfani, affinché ognuno potesse metterci qualcosa in offerta, cibo o denaro. Vi era inoltre l'usanza di mettere delle piccole scarpe sulle tombe dei bambini defunti perché si pensava che nella notte del 2 novembre le loro anime (dette angioletti) tornassero in mezzo ai vivi.
Nelle comunità dell'Italia meridionale delle eparchie di Lungro e di Piana degli Albanesi i defunti sono commemorati, secondo la tradizione orientale di rito greco-bizantino, nelle settimane precedenti la Quaresima.
In Abruzzo, analogamente a quanto avviene nel mondo anglosassone in occasione della festa di Halloween, era tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne.
A Treviso si mangiano per la ricorrenza focacce particolari chiamate "i morti vivi".
Tratto da Wikipedia

Di quellinatiaroccadineto

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