Dom. Nov 24th, 2024
Attilio Gallo-Cristiani
Nacque a Rocca di Neto, all’epoca in provincia di Catanzaro, da Domenico, medico e patriota perseguitato dal Borbone, e dalla nobile Vittoria Cristiani, un’antica famiglia molto rispettata. Dopo gli studi locali, frequentò il ginnasio di Santa Severina quando era direttore il colto professore Giovanni Andrea Vinacci. La penuria di mezzi economici del padre, i cui guadagni erano appena sufficienti ai bisogni della numerosa famiglia e al mantenimento di altri figli agli studi, lo costrinsero a intraprendere il breve corso magistrale. Si iscrisse, quindi, alla Scuola Normale di Matera, diretta dal pedagogo Giacomo Di Tizio, filosofo aristotelico.
Consegui, con ottima votazione, il passaggio al secondo anno ma dovette trasferirsi alla Scuola Normale «Francesco De Sanctis» dell’Alta Irpinia, poiché il clima di Matera era cagionevole alla sua salute. Nella nuova scuola consegui il diploma di insegnante nel luglio 1909 e nell’ottobre dello stesso anno fu nominato maestro nelle scuole di Rocca di Neto.
Fu letterato ed insegnante elementare di tanti ragazzi, quasi tutti figli di contadini e di modesti artigiani. Il suo apostolato è stato un continuo rifiorire di nobili iniziative tendenti all’elevazione intellettuale e morale dei bambini del suo paese.
Secondo il suo pensiero pedagogico l’educazione deve essere impartita ai fanciulli già dagli asili per l’infanzia che dovevano sorgere nei comuni rurali della Calabria come preparazione al corso elementare. II suo metodo didattico anticipa i metodi educativi della scuola contemporanea. Infatti il suo modo di fare scuola non era basato soltanto sul tradizionale leggere, scrivere e far di conto, ma dava anche spazio alle attività ricreative come il teatro e la musica. A tal fine, fondò a sue spese, e diresse
con grande attaccamento e passione un teatro educativo permanente, dotandolo di un pianoforte, al quale teatro nel 1914 diede il nome di “Balilla”; fondò anche una biblioteca scolastica e una piccola fanfara.
Si iscrisse alla Scuola Universitaria di Pedagogia di Napoli. Nel contempo si era dato al giornalismo. Collaborava con qualche periodico calabrese, di Napoli e di Palermo,.
Richiamato alle armi nel 1916, fu per poco tempo soldato della Brigata Bologna; sostenne gli esami di telegrafista nelle Ferrovie dello Stato. e fu trasferito sempre come soldato, prima al 3° Reggimento genio a Firenze, poi in aeronautica, al campo d’aviazione di Mirafiori, ove fece il corso di Radiotelegrafista. Come tale prestò breve servizio a Roma e poi fu aggregato alla R. Marina, 4ª zona semaforica, dove, per l’assoluta insostituibilità nel delicatissimo incarico, ebbe ritardato il congedo per sei mesi.
Tornato all’insegnamento si diede con maggiore fervore alle cure educative dei piccoli del suo paese, mentre il Ministero, gli conferiva la medaglia d’argento di secondo grado come benemerito dell’educazione.
Anche la Croce Rossa Italiana, per speciali meriti, gli ha conferì il diploma di benemerenza e la medaglia di bronzo.
Fu tra i primi e più fervidi fascisti e la sua iscrizione al partito data dal 1922.
Durante il fascismo a Rocca di Neto il Podestà era suo fratello, il farmacista Giovanni Gallo. La famiglia del Gallo-Cristiani, a quei tempi ricca, e prosperosa, era molto temuta dai rocchitani.
Sia durante il fascismo, sia durante la seconda guerra mondiale egli si è sempre rivolto con umiltà e attenzione all’infelice e tribolata popolazione che soffriva la miseria e la fame.
Intanto la vasta attività di scrittore e di pubblicista dava al suo nome larga notorietà e gli procurava l’ammirazione e la simpatia di un’elevatissima schiera di grandi, tra i quali i professori Guido della Valle e Raffaele Corso, etnologo dell’Università di Napoli, il filosofo e pedagogo Giuseppe Michele Ferrari dell’Università di Bologna, Guido Mazzoni dell’Ateneo di Firenze, G. Brambilla dell’Università di Milano, G. Vidari e il filosofo Nicolò D’Alfonso dell’Università di Roma; e ancora intratteneva rapporti culturali con poeti e scrittori, tra cui Roberto Bracco, commediografo perseguitato dal fascismo, Sem Benelli, Ada Negri, Salvatore Di Giacomo.
È stato socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, Corrispondente dell’ Accademia Cosentina, e di altre importanti associazioni culturali.
Il dantista Ludovico Perrone-Grande lo annovera tra i più noti scrittori calabresi.
Promosse, tra tutti gli scolari d’Italia, la sottoscrizione di un soldino per elevare un monumento a Edmondo de Amicis nella città di Oneglia. In riconoscenza, la nipote della “monachina” Enrica Gandolfi, “la maestrina dalla penna rossa”, gli fece dono del corpo imbalsamato di Dik, il cane di De Amicis, e di altre memorie deamicisiane; ed anche perciò venne insignito del Cavalierato della Corona d’Italia.
Scrisse tanto. Al suo paese natale dedicò una Piccola Cronistoria di Rocca di Neto in cui narra le vicende dei più lontani antenati e il succedersi delle sorti del paese fino al 1929, mentre nel volume Vincenzo Gallo-Arcuri, Vita ed opere descrive la personalità del cospiratore antiborbonico, filosofo e ed educatore.
Per primo in Calabria – e forse deve anche a questo la sua notorietà fuori dalle mura comunali – si occupò di Storia del giornalismo, realizzando, dopo una lunga fatica, un ricco repertorio della stampa calabrese fino alla metà del Novecento, prezioso strumento per i ricercatori, non solo quelli che si occupano del settore (fu pubblicato postumo nel 1957, per iniziativa di Franco Rocco Fabiani che fino agli inizi degli anni Cinquanta tenne infornato sull’evoluzione del suo lavoro). Sebbene presenti lacune e inesattezze, nella prefazione del volume Fausto Bisantis scrive che «attraverso una paziente ed accurata Attilio Gallo Cristiani è riuscito a raccogliere una notevole quantità di notizie, dando un cospicuo contributo in un settore nel quale le indagini sono limitate e risultano frammentarie».
Dopo oltre quaranta anni di servizio il 1° dicembre 1949 lasciò la scuola. Il volume era in via di conclusione (già nella primavera del 1948 aveva scritto la sua introduzione).
Morì improvvisamente a 65 anni: lo trovarono con la penna tra le mani. (Voce redatta sulla base di una tesina d’esame all’Unical, di Giada Gallo) © ICSAIC 2021 – 02

Di quellinatiaroccadineto

Benvenuti nel Blog personale di Domenico Turco

Rispondi