Lun. Nov 25th, 2024

ROCCA DI NETO. “””Stando alla leggenda, a fondarla sarebbe stato un gruppo di achei, profughi della guerra di Troia che, sbarcati sulla costa, si sarebbero spinti all’interno, per esplorare la zona. Le donne troiane, però, avrebbero dato fuoco alle navi, costringendo i guerrieri a insediarsi in quel luogo, che denominarono Terrate, per via delle case fatte di terra. Citata come Rocca in un documento del XIV secolo, si è chiamata Rocca Ferdinandea, in omaggio al re di Napoli, prima di assumere, nel 1863, il toponimo attuale, composto dal calabrese “rocca”, ‘roccia, sasso’, e del nome del fiume che scorre nel territorio. Appartenuta, nel corso dei secoli, a famiglie crotonesi, ai certosini di Santo Stefano del Bosco e all’arcivescovo di Santa Severina, all’inizio dell’Ottocento fu presidiata dai francesi di Giuseppe Bonaparte. Distrutta dal terremoto della prima metà del XIX secolo, venne riedificata più in alto, a breve distanza dal sito in cui sorgeva il vecchio borgo. Annessa all’Italia unita, insieme al resto della regione, partecipò alle successive vicende nazionali e internazionali. Tra i suoi monumenti sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa della Madonna delle Sette Porte, costruita, nel Seicento, su un edificio rinascimentale; quella di Santa Filomena; i resti della chiesa di Santa Maria delle Terrate, del casino dei certosini di Santo Stefano del Bosco e del convento degli agostiniani; il palazzo Marraino; la casa Gallo-Arcuri e i ruderi del vecchio nucleo, con le grotte ricavate nell’arenaria, che costituivano una parte delle abitazioni.”””

 

Di quellinatiaroccadineto

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