” scarricanali ” o ” scarricacanali “
Era un gioco fanciullesco , per lo più praticato dai maschi , in cui uno si curvava e l’ altro vi saltava a cavalcioni.
Spesso i due si alternavano ripetendosi fino a raggiungere una meta prefissata.
La parola trae origine da “carica ” , nata nel 1300.
Si voleva designare un impegno, un dovere che riceveva una persona di governo o della chiesa.
E’ il periodo contraddistinto dalla lotta tra il re di Francia Filippo il Bello ed il Papa Bonifacio VIII.
A seguito delle lotte tra il Papato e l’ Impero
la sede del Papa verrà fissata ad Avignone.
Da ” carica ” la parola ben presto divenne ” scarica ” con la ” s ” , che conferisce alla stessa un significato sottrattivo , quasi a voler indicare la privazione del carico.
In questo senso i nostri antenati , esperti linguisti , non solo hanno dato più forza al concetto, raddoppiando la ” r “, ma l’hanno adattata ad un gioco che divenne popolare e gioioso.
Anche Dante nel canto XXXIII al verso 35 usa ” scarico”, col signifcato di ” liberazione” del sentimento.
” scarricanali ” o ” scarricacanali “ci dà l’dea sia della posizione piegata che assumeva uno dei ragazzi , sia l’idea della linea retta( canali) che si formava quando a giocare era un gruppo.
In tal caso si valutava la resistenza di coloro che erano piegati poichè dovevano subire che gli altri cavalcassero.
Il gioco diventava interessante quando ad essere vittima era un compagno mingherlino , che doveva reggere il peso di quello più robusto.
Nel nostro dialetto ” scarricare ” viene usato per indicare molti altri concetti; tuttavia , quello più proprio caratterizza l’ idea di alleggerire la “carica ” , in virtù della ” s” iniziale.
a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo