a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo
“Pujhicata ” ” catamparu”
“Catruasciu “
” Pujhicata”
è l’atto col quale noi ragazzi eravamo soliti minacciare un compagno intendendo di chiudergli il collo con i pugni o le mani, come in una tenaglia, per qualche mancanza.
Osserviamo subito l’originalità della parola.
In genere, in greco, l’avverbio” catá ” è posto sempre prima delle parole.
I nostri avi l’hanno messo alla fine!
Ha vari significati.
Nel nostro caso significa : “giù ,sotto ” ed è stato posto alla fine come per dire: ” attenzione ! (ti metto) i pugni sotto la mandibola , attorno al collo”.
” Catamparu ” , invece, è stata formata da ” catá ” (greco) e ” par ” latino (pari,simile).
Ha un significato dispregiativo e si attribuisce a chi è ” al di sotto” del suo simile, cioè una persona di poco conto.
“Catuarciu”
Deriva dal greco.
Affascinante la formazione greco -latina:
” catá ” col significato di ” giù”
e ” torqueo ” ( latino ) significa ” piego”.
È riferito a qualcuno,
che i nostri avi intendevano indicare come una persona fragile , tra la compassione ed il disprezzo.