a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo
” scarminari ” o ” scarminiari”
Il nostro dialetto, molto spesso, porta nuova vita al tempo passato.
Analizzando ” scarminari ” torniamo indietro nel nostro vissuto e ci accostiamo volentieri ad immagini che hanno accompagnato i nostri avi lungo il percorso della loro vita.
Erano gli anni quaranta , quando assistevo a donne che asciugavano la lana dei materassi perché i raggi cocenti del nostro sole la purificassero da eventuali insetti.
” scarminari ” significa appunto : districare con le mani le fibre della lana per renderla più soffice.
Percorso della parola
” scarminari ” ha una lunga storia.
Per capire la sua origine dobbiamo ricorrere alla parola latina ” Carmen “che significa ” pettine “, oltreché ” poesia”.
Col ” pettine ” , fatto in legno o in ferro (simile ad una mano con le dita tese nascondendo il pollice) , i nostri pastori , cardavano la lana dopo aver tosato le pecore.
Da ” carmen” (pettine) si è formato “excarminare” , e , successivamente , “carminare “, verbo usato sopratutto nel Medioevo.
Già Boccaccio , nella novella di Martellino (novella prima della seconda.giornata) dice: ” …corsero là dove il misero Martellino era senza pettine carminato).
Notiamo perciò che per esprimere l’azione
i nostri avi sono ricorsi allo strumento “Carmen “( pettine) e con la solita capacità linguistica hanno formato il verbo.
Anzi , ne hanno esteso il significato.
” Scarminari ” si usa anche per indicare una qualunque azione di ricerca di un oggetto.
Es. “chi sta scarminannu ‘ntra su tiraturu ! “
oppure
Es.” staju scarminannu ‘ntra terra ppi truvari u buttuni “
oppure
” scarminiati ‘ntri taschi e trova chiru ca pirdutu “
Dai capelli ” scarminati “ai polli che “scarminianu ” per trovare cibo ,
una parola tramandataci per strutturare pensieri dai molti significati.