a cura del prof. Franco Delfino Cosimo
A mia madre
Quante carezze
sulla culla
delle tue
ginocchia !
Arpeggi armoniosi
sui miei neri
capelli
con le tue mani
di piuma !
I tuoi occhi rapivano
il cielo
Svaniva
il tuo dolore
nella gioia
di quell’estasi.
Orgoglio
di donna
e di madre
che ancora adulto
vagheggio.
Tra i fragori
opprimenti
la mia parola
silente
t’invoca.
Sei con me
nelle notti
nelle albe
dolce
come allora
Soave
e tremulo
il tuo volto
avviva
la sofferenza
della tua
bellezza.
Esplode
un arcobaleno
di colori
per me.