a cura del Prof. Franco Delfino Cosimo
" sazizza " " sazizzuni " " sazizzeddra" La parola " madre " , di cui vogliamo parlare , è una di quelle che ha attraversato i secoli mantenendo morfologicamente la sua originaria struttura. Deriva dal latino . E' presente già in Cicerone, Terenzio Varrone e Marziale. Siamo nel 1° secolo A.C. e nel 1° D.C. Ma la ritroviamo, ancora prima in Omero, nel XX canto dell'Odissea. Ulisse ,di ritorno dal suo lungo viaggio, pensa come aggredire i Proci, disteso nell'atrio della reggia di Itaca . I suoi pensieri sono paragonati ad un insaccato che si rivolta sulla fiamma ancora non cotto (" quella guisa che pien di sangue,e d'adipe ventriglio,uom che si distrugge di vederlo incotto)vv.30-35. Cicerone afferma che la salsiccia l'ha assaggiata dagli schiavi lucani in occasione della conquista della Lucania (oggi Basilicata) da parte dei Romani . Si contendono la sua origine sia i Veneti che i Lombardi. Diciamo , ad ogni modo , che questo tanto gustato e diffuso salume deve certamente la sua primitiva fama al fatto che poteva essere conservato per lunghi periodi e trasportato dall'esercito durante I viaggi. Una garanzia contro la fame. Percorso della parola La forma che usiamo , cioè "sazizza "deriva dall"insieme di salus (salato )e insicium o insicia (polpetta o carne tagliata). Durante il percorso , tra le due parole si è verificata una crasi, cioè un taglio di alcune sillabe. Così "salus " è diventata "sal" , mentre "insicia " è diventata "sicia" "Sal + sicia " hanno originato " salsicia", che i nostri avi hanno trasformato in "sazizza ",mentre in lingua italiana " salsiccia ". "Sazizzuni " e " sazizzeddra " sono i derivati che tutti noi conosciamo e di cui andiamo orgogliosi. La nostra "sazizza" sta conquistando la gola di tanti buongustai sparsi per il mondo.